Consiglio comunale del 16 dicembre 2011
Voglio rendere noto ai consiglieri
comunali e a tutti i cittadini di Casale che noi DpC, prima di
prendere l’iniziativa pubblica con un manifesto per esprimere il
nostro dissenso rispetto alla proposta di transazione fatta pervenire
dai legali di Schmidheiny, abbiamo chiesto udienza al sindaco per
fargli conoscere le nostre ragioni ed evitare qualsiasi
strumentalizzazione e per dire che la nostra netta contrarietà alla
proposta di transazione sta al di fuori di logiche politiche e di
schieramento.
Da quasi 30 anni questa Città lotta
per far cessare la lavorazione dell’amianto, da quando il sindaco
Riccardo Coppo lo ha messo al bando, precorrendo nel 1987 con una
ordinanza la legge nazionale.
Da allora le varie Amministrazione in
accordo con i rispettivi Consigli comunali e tutta la cittadinanza
hanno continuato ad impegnarsi perchè la lavorazione dell’amianto
fosse proibita in Italia e nel mondo.
Le Amministrazioni in tutti quegli anni
hanno saputo stare al fianco delle vittime, dei cittadini,
dell’ Associazione Familiari vittime dell’amianto e di tutte le
associazioni impegnate in una battaglia non fine a se stessa, non
rivolta ad una rivendicazione egoistica del proprio diritto ad essere
risarcita del danno subito, in una battaglia che guardando al di là
del proprio territorio aveva come scopo la messa al bando
dell’amianto in tutto il mondo.
Avendo subito un “male” così
grande, i cittadini di Casale non si sono ripiegati su se stessi,
hanno capito che la loro dignità consisteva e consiste nell’
aiutare a capire coloro che ancora vengono avvelenati con la fibra
killer da Schmidheiny e dai suoi pari, i quali, per far soldi con
l’amianto, continuano ad ingannare la gente con la stessa
propaganda impiegata scientificamente a Casale negli anni scorsi.
Casale è la prima città al mondo ad aver attivato la bonifica,
mettendosi a capo dei 48 comuni del comprensorio per un’operazione
di rinascita e di richiesta di giustizia.
Ed è stato proprio l’impegno civile
della città di Casale Monferrato, in tutte le sue componenti, che
ha portato al Processo Eternit, un processo che, senza questa
determinazione, senza questa volontà di chiedere ed ottenere
giustizia, non ci sarebbe stato.
Oggi siamo sdegnati nel vedere che a
comprare la propaganda per ingannare la gente è l’Amministrazione
cittadina,che baratta la giustizia con il denaro.
Questa città e i suoi cittadini
meritano un’amministrazione ed un Sindaco diversi, che stiano al
loro fianco, che li ascoltino e non che ingaggino un’agenzia e
comprino spazi pubblicitari sui giornali per tirarli dalla loro
parte. Questo è il contrario della regola democratica.
Avete portato avanti la trattativa per
mesi ed avreste firmato di nascosto se la stampa non vi avesse
smascherati. Ora cercate aiuto negli studi di consulenza. È una
vergogna! Come è una vergogna che il sindaco non abbia sentito il
dovere di partecipare all’assemblea dei Famigliari vittime
dell’amianto del 7 dicembre scorso, nè a qualcuna delle udienze
processuali a Torino, pur sapendo che tante persone esprimevano la
necessità di sentire vicina l’amministrazione e soprattutto il
sindaco, quel sindaco che all’insediamento ha proclamato di essere
il sindaco di TUTTI.
L’impegno civile di tutta la città
ha portato al processo di Torino contro gli inquinatori Schmidheiny e
De Cartier. Il Sindaco e l’Amministrazione si dissociano dal
processo assestandogli una mazzata morale alla vigilia della
sentenza.
Nessuno paragoni le transazioni di
privati cittadini con quella dell’Amministrazione; un privato
cittadino risponde per se stesso, l’Amministrazione risponde per
tutta la Città; non può prendere una decisione alla quale si oppone
gran parte dei cittadini, proprio quelli che maggiormente hanno
subito il danno.
In un paese democratico è regola che
quando un’istituzione partecipa ad un procedimento giudiziario deve
aspettare la sentenza. Oggi invece con la transazione si prende il
contentino, una cifra irrisoria che non copre assolutamente tutti i
danni.
Il Comune di Casale costituendosi parte
civile ha chiesto 30milioni di euro ai due imputati chiedendo il
risarcimento “in solido”. Se l’imputato belga De Cartier fosse
assolto o non pagasse, chi paga i 12mila euro mancanti? Il Sindaco,
naturalmente, che firmando la transazione si assume questa
responsabilità precludendo al Comune la possibilità di farlo.
Sottoporremo il quesito alla Corte dei Conti.
Chi pagherà i danni dal 2009 alla
conclusione del processo, che i giudici devono ancora quantificare?
Chi risarcirà le vittime che ancora verranno, chi pagherà i costi
della ricerca di una cura per la malattia?
Se il tribunale decide che sussiste la
permanenza del reato, perchè è un reato che il sig. Schmidheiny
non abbia fatto ciò che era in suo potere per risanare l’ambiente
che aveva inquinato, quella responsabilità a chi passerà?
Probabilmente su chi ha accettato
18mila euro promettendo che farà la bonifica e mille altre cose.
Chi pagherà i danni che emergeranno da
ora in avanti se il Comune non potrà partecipare né ad ulteriori
gradi di giudizio, né ad eventuali successivi processi? Li pagherà
chi si è assunto la responsabilità di togliere al Comune queste
possibilità?
Chi sostiene che c’è il rischio che
Schmidheiny venga assolto o se condannato non paghi e quindi “meglio
pochi maledetti e subito” mistifica la realtà, perchè questa non
è una normale transazione commerciale. Al di là degli aspetti
strettamente giuridici, il Comune al Processo non c’è andato solo
per chiedere i soldi del risarcimento, ma per chiedere giustizia a
nome di tutti i cittadini che non hanno voce.
Inoltre, come si legge nell’atto
relativo alle conclusioni della parte civile del Comune di Casale
Monferrato, il Comune ha chiesto anche il risarcimento del danno di
natura ambientale in quanto tale danno si riflette anche in una
‘offesa della persona umana, dei suoi cittadini nella loro
dimensione individuale e sociale’.
NO, sig. sindaco, noi non ci stiamo,
perchè lei firmando questo atto riconosce allo svizzero l’onore
delle armi. Questo le vittime, i loro famigliari, tutti i cittadini
che non sono obnubilati dall’avidità del denaro questo non glielo
perdoneranno mai.
Sappia anche che accettando la
transazione questa amministrazione non rappresenta più tutta la
città, ma solo quella parte di coloro che si accontentano dei soldi.
In questa situazione, sappia sig. sindaco, sappiano gli assessori e
tutti i consiglieri comunali che la città non si arrenderà, la
città non ammainerà la bandiera.
Perchè vogliamo essere ancora un
modello a cui guardare, un esempio da imitare; perchè non vogliamo
tradire chi ha attinto forza dalle nostre azioni per risanare una
città per chiedere giustizia; perchè non vogliamo abbassare gli
occhi davanti alle centinaia di ragazzi a cui abbiamo detto che la
giustizia esiste, che vale la pena di spendersi per degli ideali
I cittadini di Casale possono unirsi in
Assemblea e costituirsi parte civile contro il sindaco e la giunta
per i danni morali e materiali che Schmidheiny non pagherà più.
Nel merito della delibera di
indirizzo si rileva la povertà del documento perchè non fa sentire
la voglia di andare avanti, perchè non c’è nessun riferimento ad
un progetto di bonifica residuale ancora da compiere, perchè è un
cedimento di fronte a Schmidheiny.
E ancora manca in questo documento
qualsiasi cenno ad un piano di bonifica al problema dell’attivazione
di una nuova discarica, alle responsabilità di chi dovrà gestire le
future bonifiche.
La città non si rassegna, mentre
l’Amministrazione che ha rinunciato a rappresentare la città è
complice dei morti che ancora ci saranno; Schmidheiny continua a
vincere, prima pagava chi aveva la polvere adesso paga per far uscire
gli accusatori dal processo a suo carico.
Sarebbe stato opportuno e prudente
per l’amministrazione accettare la trattativa e la cifra alla fine
del processo, invece si consente a Schmidheiny con questa transazione
di comprare l’assoluzione e di farsi a livello internazionale un
immagine diversa.